La Legge 104 del 1992 è il punto di riferimento per la tutela dei diritti delle persone con disabilità in Italia. È una legge importante, che ha rivoluzionato il modo in cui la scuola – e più in generale la società – si relaziona con la disabilità.
Eppure, quando si parla di 104, spesso si pensa solo ai permessi lavorativi.
Ma cosa dice davvero la Legge 104 quando si parla di scuola? Quali diritti garantisce? Chi coinvolge?
In questo articolo facciamo chiarezza, punto per punto.
1. Il diritto all'inclusione scolastica
Il principio base è chiaro: l'alunno con disabilità ha diritto a frequentare la scuola insieme agli altri.
Non si parla solo di accesso fisico, ma di partecipazione reale, didattica ed educativa.
L’obiettivo non è l’inserimento, ma l'inclusione, intesa come piena partecipazione alla vita scolastica, nelle classi comuni e con i pari.
2. Il ruolo dell’insegnante di sostegno
L’articolo 13 della legge stabilisce che l’alunno con disabilità ha diritto a un docente specializzato sul sostegno, che lavora in stretta collaborazione con gli insegnanti curricolari.
Questo docente non è un assistente o un accompagnatore, ma un insegnante a tutti gli effetti, con una formazione specifica per garantire accesso, partecipazione e apprendimento.
3. Famiglia e GLO: partecipazione attiva
La famiglia ha un ruolo centrale e riconosciuto dalla normativa.
Attraverso il GLO (Gruppo di Lavoro Operativo), contribuisce alla redazione e alla valutazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI), insieme a docenti, specialisti e operatori.
La partecipazione non è facoltativa, ma parte integrante del processo.
4. Il PEI: uno strumento concreto
Il PEI è il documento che rende operativo il diritto all'inclusione.
Al suo interno vengono indicati:
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gli obiettivi educativi e didattici personalizzati
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le modalità di valutazione
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le strategie metodologiche
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il tipo di sostegno previsto
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le figure coinvolte
Non è solo un atto formale, ma uno strumento di lavoro, che guida l’intervento educativo quotidiano.
5. Educatori e ASACOM: figure a supporto
Oltre al docente di sostegno, la Legge 104 prevede la possibilità di attivare figure educative e assistenziali, come gli educatori scolastici o gli ASACOM (Assistenti per l’Autonomia e la Comunicazione).
Queste figure non svolgono la didattica, ma favoriscono la partecipazione, l’autonomia e la comunicazione, a seconda dei bisogni.
Spesso sono gestite dagli enti locali o da cooperative, non direttamente dalla scuola.
6. Chi fa cosa? Competenze condivise
La 104 disegna una rete di responsabilità:
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Il Ministero dell’Istruzione garantisce l’offerta formativa e assegna i docenti di sostegno.
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Gli Enti Locali (Comuni e Province) si occupano di trasporto scolastico, assistenza materiale e servizi integrativi.
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Le ASL partecipano alla diagnosi, alla valutazione funzionale e, dove previsto, forniscono supporto sanitario o riabilitativo.
Una vera inclusione nasce dal lavoro congiunto di tutte queste realtà.
7. E i permessi retribuiti?
È vero: la Legge 104 prevede anche permessi lavorativi per chi assiste familiari con disabilità grave, come previsto dall'articolo 33.
Ma questo è solo un frammento del quadro.
Concentrarsi solo su questo aspetto rischia di ridurre la portata culturale e sociale della legge, che nasce per garantire pari opportunità e abbattere le barriere, non solo architettoniche, ma anche relazionali e didattiche.
🎯 Conclusione
Conoscere la Legge 104 significa capire che l’inclusione non è un’opzione, ma un diritto garantito dalla legge.
Significa anche sapere chi fa cosa, per evitare confusione, deleghe improprie e vuoti educativi.
Nel mio blog continuerò ad approfondire questi temi, perché solo con consapevolezza possiamo davvero costruire una scuola equa, accogliente e competente.
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Prof. Giuliana
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