Oltre la svogliatezza: riconoscere i DSA a scuola
Quello dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) è un tema di cui si sente parlare spesso. Chi lavora nel mondo della scuola, come me, li ha sicuramente incontrati almeno una volta, sotto forma di un alunno o, per qualcuno, anche di un compagno di classe. Oggi, in quasi ogni classe, ci troviamo a lavorare con almeno uno o due studenti con DSA. Eppure, nonostante la loro crescente diffusione, mi rendo conto che questi disturbi non sono sempre compresi, accolti o visti con la giusta attenzione.
Non di rado, capita ancora di sentire frasi come: “Ai miei tempi non esistevano tutti questi DSA, oggi sembra un’epidemia!” Ma sapete cosa penso? Che in passato mancava una reale preparazione sull'argomento. Molti insegnanti non erano in grado di riconoscere questi disturbi, che venivano spesso etichettati come semplice svogliatezza, mancanza di impegno, o peggio ancora, come segno di scarsa intelligenza.
Oggi, per fortuna, le cose stanno cambiando. C’è una maggiore consapevolezza dei Bisogni Educativi Speciali (BES) e una formazione più attenta da parte degli insegnanti. Siamo più preparati non solo a riconoscere la presenza di un DSA, ma soprattutto a mettere in atto strategie didattiche mirate, utili a rispondere alle necessità specifiche di ogni alunno.
Detto ciò, entriamo nel vivo dell’argomento: vediamo insieme cosa sono, nello specifico, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Per supportare in modo efficace gli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), è possibile adottare due tipologie di interventi previsti dalla normativa (Legge 170/2010): le misure dispensative e gli strumenti compensativi. Questi strumenti non hanno lo scopo di “semplificare” il percorso scolastico, ma di garantire pari opportunità, aiutando lo studente a superare le difficoltà legate al proprio disturbo, senza rinunciare agli obiettivi di apprendimento.
Misure dispensative
Le misure dispensative servono ad alleggerire il carico scolastico, evitando attività che, a causa del disturbo, risulterebbero particolarmente frustranti o poco produttive. Non incidono sugli obiettivi da raggiungere, ma offrono un accesso più equo all’apprendimento. Ecco alcuni esempi:
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Dispensa dal copiare lunghi testi dalla lavagna: per uno studente con DSA, la copiatura può essere un’attività lenta e dispendiosa in termini di energie cognitive. Fornire materiali già stampati permette di concentrarsi meglio sui contenuti.
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Dispensa dalla lettura ad alta voce: leggere ad alta voce può mettere in difficoltà, specialmente uno studente con dislessia, causando ansia e imbarazzo. Evitare questa richiesta protegge l’autostima e il benessere emotivo.
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Dispensa dal prendere appunti: la simultanea elaborazione orale e scritta può risultare troppo complessa. È preferibile offrire appunti già preparati, per permettere allo studente di seguire la lezione con più serenità.
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Tempi personalizzati per prove e verifiche: concedere più tempo per lo svolgimento di compiti o verifiche consente agli studenti di lavorare con meno pressione e di concentrarsi maggiormente sull'elaborazione dei contenuti.
Strumenti compensativi
Gli strumenti compensativi, invece, aiutano a colmare le difficoltà specifiche legate al disturbo attraverso il supporto di tecnologie o materiali alternativi. Tra i più comuni troviamo:
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Testi digitali: versioni digitali dei libri di testo che permettono l’utilizzo di sintesi vocale, facilitando così la lettura e la comprensione dei contenuti.
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Mappe concettuali, schemi e immagini: strumenti visivi che aiutano a organizzare le informazioni in modo più accessibile e memorizzabile, rendendo l’apprendimento più efficace.
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Evidenziazione dei paragrafi: guidare lo studente nell'individuare le parti più importanti del testo, facilitando lo studio e la comprensione.
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Calcolatrice: per chi ha difficoltà nel calcolo (come nel caso della discalculia), l’uso della calcolatrice consente di concentrarsi sulla risoluzione del problema piuttosto che sui passaggi computazionali.
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Software di videoscrittura con sintesi vocale e correttore ortografico: questi strumenti aiutano nella scrittura e nella revisione dei testi, rendendo più agevole la produzione scritta anche in presenza di disortografia o disgrafia.
L’adozione di queste strategie non rappresenta un "privilegio", ma un diritto educativo che permette agli alunni con DSA di apprendere secondo modalità più adatte al loro stile cognitivo.
Per questo, quando ci troviamo di fronte ad un ragazzo che fatica a leggere, scrivere o calcolare, fermiamoci un momento. Prima di formulare giudizi affrettati, proviamo a guardare oltre le apparenze: non è svogliatezza, non è mancanza di impegno, e non è certo scarsa intelligenza. Potrebbe trattarsi di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
In una scuola davvero inclusiva, è nostro dovere riconoscere e rispondere ai bisogni educativi di ciascuno, offrendo strumenti adeguati e valorizzando le potenzialità di ogni studente. Solo così possiamo costruire un ambiente in cui tutti abbiano la possibilità di apprendere, crescere e riuscire.
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Prof. Giuliana
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