Oggi mio figlio di otto anni ha partecipato ad un’uscita all'acquapark con il Grest della parrocchia. Un’occasione di gioia, gioco e condivisione con i suoi amici. Un momento atteso, sognato, entusiasmante.
Eppure, per me, i giorni precedenti sono stati pieni di inquietudine.
Sono una madre ansiosa. Non lo dico con vergogna, lo dico con consapevolezza.
Quando so che mio figlio sta per vivere un’esperienza lontano da me, la mia mente si riempie di scenari possibili: che si faccia male, che qualcosa vada storto, che si perda, che nessuno se ne accorga, che non riesca a chiedere aiuto…
Non sono pensieri logici, non sono probabilità ragionate. Sono paure viscerali, che si accendono senza permesso, e che fatico a spegnere.
Questa volta, purtroppo, non sono riuscita a contenerle. Ho fatto domande su domande, ho dato raccomandazioni su raccomandazioni, ho espresso i miei dubbi ad alta voce. E, senza accorgermene, ho riversato quelle paure su di lui.
Quando l’ansia del genitore diventa l’ansia del bambino
La sera prima dell’uscita, mio figlio si è avvicinato a me e mi ha detto una frase che mi ha trafitto:“Mamma, mi hai messo paura. Adesso ho paura anche io di farmi male, di annegare, di perdermi. Forse non ci voglio più andare.”
Ho visto nei suoi occhi l’incertezza, l’agitazione. Avevo trasformato una bella esperienza in una fonte di preoccupazione. Avevo proiettato le mie insicurezze su di lui.
E per cosa? Per proteggerlo? O per proteggere me stessa?
È stato un momento di grande consapevolezza. Mi sono chiesta:
👉 Sto crescendo un figlio che ha paura di vivere?
👉 Sto trasmettendo l’idea che il mondo sia troppo pericoloso per essere affrontato?
👉 Lo sto aiutando a diventare autonomo, oppure lo sto trattenendo nel mio bisogno di controllo?
La fortuna di non essere soli
Per fortuna, in quella serata di dubbi, non ero sola.
Mio marito – che ha un approccio più sereno, più fiducioso – ha colto il disagio di nostro figlio, lo ha preso da parte, gli ha parlato con calma. Gli ha detto che i pericoli esistono, ma che fidarsi degli altri, affrontare le esperienze, sbagliare e riprovare, fa parte della vita.
Lo ha tranquillizzato senza sminuire, gli ha restituito coraggio senza negare le difficoltà. E in quel dialogo, nostro figlio ha ritrovato la voglia di andare.
E poi… la vita ha fatto il suo corso
Oggi, mentre lo guardavo andare via con lo zaino, era sereno.
E qualche ora dopo ricevo le foto: si sta divertendo, ride, gioca, si lancia dagli scivoli. Vive.
E io penso: quante esperienze rischiamo di negare ai nostri figli per paura?
La paura, quella dei genitori, non è sbagliata in sé. È naturale, è istintiva. Nasce dall'amore, dal desiderio profondo di proteggere.
Ma se non impariamo a riconoscerla e a gestirla, può diventare una gabbia dorata, un filtro che impedisce ai nostri figli di scoprire le proprie capacità, di superare i loro limiti, di costruire fiducia in sé stessi.
Educare alla fiducia, partendo da noi
Educare un figlio significa anche fare spazio alla fiducia. Fiducia negli altri, nel mondo, ma soprattutto in lui: nelle sue competenze, nel suo istinto, nella sua capacità di adattarsi.
E per educare alla fiducia, dobbiamo lavorare su di noi. Dobbiamo imparare a distinguere tra ciò che è reale e ciò che è un nostro timore personale.
Dobbiamo chiederci:
-
Questa paura è mia o è anche sua?
-
Lo sto proteggendo o lo sto frenando?
-
Cosa gli sto insegnando: a stare attento o a temere il mondo?
Non è facile. Non c’è una formula magica. Ma c’è la volontà di non lasciare che la nostra ansia sia il suo confine.
Essere genitori è anche un viaggio dentro noi stessi
Oggi ho capito che mio figlio ha bisogno di vivere, non di essere trattenuto.
Che ha bisogno di sapere che il mondo può anche fare paura, ma che può essere affrontato.
Che cadere è possibile, ma anche rialzarsi.
E che la sua mamma è lì, sempre, non a trattenerlo… ma a sostenerlo...con l'aiuto di papà!
E tu? Ti sei mai sentita/o sopraffatta/o dalle tue paure prima di una nuova esperienza del tuo bambino?
Raccontamelo nei commenti. Condividiamo le nostre storie, senza giudicarci.
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Prof. Giuliana
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