Il carico mentale delle madri: come riconoscerlo, alleggerirlo e ridistribuirlo


Sempre un passo avanti, sempre con la testa piena di liste invisibili. Il carico mentale è quel lavoro nascosto, non riconosciuto, che molte madri si portano dietro ogni giorno. 

Il carico mentale è quel pensiero costante e invisibile legato alla gestione familiare: anticipare bisogni, pianificare attività, tenere a mente scadenze, organizzare la vita quotidiana di tutti.

Non è solo fare, è dover pensare a cosa fare, come, quando e per chi. È un’attività mentale che non si ferma mai e che spesso grava quasi esclusivamente sulle spalle delle madri.

Un esempio? Non è solo cucinare: è ricordarsi che mancano le uova, scriverlo nella lista, comprarle al volo prima di uscire, trovare il tempo per cucinare… e mentre lo si fa, pensare già a cosa preparare per il pranzo del giorno dopo.

Perché colpisce (quasi) solo le madri?

  • Per motivi storici, culturali e sociali: siamo cresciuti in una società in cui il ruolo della donna è stato a lungo quello della “regista della casa”.

  • Per una mancanza di educazione alla cura condivisa: molti uomini crescono senza essere responsabilizzati nella gestione domestica.

  • Per la pressione del mito della madre perfetta, che deve prevedere tutto, gestire tutto, senza mai lamentarsi.

Il risultato? Molte madri si sentono sole, inadeguate, stanche… eppure invisibili nel loro sforzo.

Riconoscerlo è il primo passo

Il carico mentale non è solo “nella testa”. È reale, pesa, e spesso è il motivo di:

  • stanchezza anche senza lavoro fisico;

  • irritabilità o difficoltà di concentrazione;

  • senso di frustrazione costante;

  • difficoltà a delegare (perché “tanto poi tocca comunque a me”).

Nominarlo è il primo passo per affrontarlo.

Come alleggerirlo concretamente

Ecco alcune strategie per alleggerire il carico mentale nel quotidiano:

✅ Scrivere tutto

Usa una to-do list visibile a tutti (lavagna, app condivisa, agenda magnetica sul frigo). Il pensiero non deve stare solo nella tua testa.

✅ Delegare davvero

Delegare non significa dire “fai questo”, ma lasciare che l’altro lo prenda in carico in autonomia, dalla pianificazione all'azione.

✅ Accettare l’imperfezione

Non tutto deve essere perfetto. Va bene anche se i calzini non sono abbinati o se la cena è un panino.

✅ Prendersi tempo per sé

Non è egoismo, è cura di sé. Anche solo dieci minuti al giorno in cui nessuno ti chiede nulla.

Ridistribuire: un compito educativo e culturale

La soluzione non è solo “organizzarsi meglio”: è ridistribuire.
Serve una responsabilità condivisa, non un aiuto saltuario. Serve un cambiamento culturale:

  • In coppia: parlatene. Non aspettare che l’altro “capisca”.

  • In famiglia: coinvolgi anche i bambini, fin da piccoli. La cura si insegna.

  • Nella società: serve rompere il tabù del carico mentale, renderlo visibile, nominarlo, discuterne pubblicamente.

Consigli di lettura (e ascolto)

Se vuoi approfondire il tema, ti consiglio:

  • “La vita invisibile delle donne”Emma
    Il fumetto che ha dato voce a milioni di madri.

  • “Mamma non si nasce”Alessandra Bortolotti
    Un saggio delicato sulla maternità reale, lontano dagli stereotipi.

  • Podcast "Mammadimerda" – ironico, onesto, liberatorio.
    Per ricordarti che non sei sola e che puoi anche ridere della fatica.

Conclusione

Il carico mentale non si elimina dall'oggi al domani. Ma si può rendersene conto, parlarne, alleggerirlo e condividerlo.
Essere madri non deve significare essere sempre esauste. E la cura non è (solo) una questione femminile: è un valore da costruire insieme.

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Grazie ❤

Prof. Giuliana

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