Non si tratta di un problema secondario: qui si mette in discussione il diritto allo studio, alla dignità e all'inclusione.
Chi sono gli Asacom e cosa fanno davvero
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sostiene la comunicazione, soprattutto per chi utilizza linguaggi alternativi o ausili specifici;
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favorisce l’autonomia del bambino o del ragazzo nei gesti quotidiani e nelle attività scolastiche;
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è un ponte tra l’alunno, i compagni e i docenti, rendendo davvero possibile la partecipazione alla vita della classe;
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diventa spesso un punto di riferimento stabile, tanto quanto il docente di sostegno, perché lavora sul piano della relazione continua e della quotidianità.
Ridurre le ore dell'Asacom significa quindi togliere all'alunno uno strumento fondamentale per vivere la scuola, e non semplicemente una “presenza in più”.
Questa riduzione non è quindi una scelta neutra, ma un atto che ha conseguenze concrete: bambini meno autonomi, famiglie lasciate sole, disuguaglianze che aumentano.
Una questione di giustizia sociale
La scuola pubblica non può diventare un lusso a misura di bilancio. La scuola deve restare il luogo in cui ogni bambino ha diritto di crescere, indipendentemente dalle proprie condizioni.
Una riflessione necessaria
Scrivo queste righe non solo come docente di sostegno, ma come persona che conosce bene la realtà degli Asacom. Lo sono stata anche io, Asacom per sei anni della mia vita. So cosa significa lavorare fianco a fianco con un alunno con disabilità, diventare la sua voce, il suo tramite con il mondo, il suo punto di riferimento quotidiano.
Non è un lavoro che si esaurisce nelle ore di presenza: è una relazione che si costruisce giorno dopo giorno, fatta di fiducia, di piccoli progressi, di supporto costante. Per tanti bambini, l'Asacom rappresenta sicurezza, continuità, stabilità.
E allora la domanda sorge spontanea: che senso ha una scuola che esclude proprio chi ha più bisogno?
Ridurre le ore degli Asacom significa tradire la missione della scuola e della comunità educante. Significa rassegnarsi a una società dove i più fragili sono lasciati indietro.
E questo, davvero, non possiamo accettarlo.
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Insieme possiamo tenere alta l’attenzione su temi che non devono mai passare in secondo piano. Grazie ❤
Prof. Giuliana
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