Post

Imparare a imparare: il metacognitivo nella didattica quotidiana

Immagine
In un’epoca in cui l’informazione è ovunque e cambia a velocità vertiginosa, la vera competenza da trasmettere agli studenti non è tanto “cosa sapere”, ma come si apprende . Ecco perché oggi più che mai ha senso parlare di metacognizione e del suo impatto nella didattica quotidiana. Imparare a imparare significa acquisire consapevolezza del proprio modo di apprendere, conoscere i propri punti di forza e di debolezza, sapersi organizzare, monitorare, correggere. È la capacità di “guardarsi dall’alto” mentre si affronta un compito, come se si fosse allo stesso tempo studente e allenatore di sé stessi. Cos’è la metacognizione? Il termine metacognizione si riferisce alla consapevolezza e al controllo dei propri processi cognitivi . In parole semplici, è il pensiero che riflette su come pensiamo. Comprende: La conoscenza metacognitiva (sapere come funziona la propria mente: “So che capisco meglio se faccio schemi”); Il controllo metacognitivo (saper regolare e modificare le proprie...

10 attenzioni educative quando si fa visita ad una neofamiglia: cosa insegna la pedagogia della cura

Immagine
Quando nasce un bambino, nasce anche una famiglia nuova. Un equilibrio tutto da costruire, fatto di notti insonni, prime volte, emozioni forti e tanta, tantissima fragilità. In questi momenti, la presenza degli altri può essere un dono, ma anche un peso . Dipende da come si entra in punta di piedi in questa nuova realtà. Educare, in fondo, è anche questo: imparare a essere presenza significativa senza invadere . Ecco allora 10 attenzioni pedagogiche che chiunque dovrebbe avere quando va a trovare un neonato e i suoi genitori. L'ultima è la più importante! 1. Chiedi sempre il permesso prima di andare La nascita è un evento intimo. Anche se ti senti vicino alla famiglia, non dare per scontato che abbiano voglia o forza di riceverti . Un messaggio semplice, del tipo: "Vi fa piacere se passo?" , è un atto di cura. 2. Rimani per poco tempo Anche la visita più gradita può diventare faticosa. Rispetta i ritmi della famiglia : un neonato dorme spesso in modo irregolare, la mamma...

“Chiacchiere, caffè e confidenze: il mito di "una mamma per amica"

Immagine
Stavo riguardando una delle mie serie preferite: Una mamma per amica . Per chi non la conoscesse (ma davvero esiste qualcuno che non la conosce?), la protagonista, Lorelai, ha avuto sua figlia Rory quando aveva solo 16 anni. Le due vivono nella pittoresca – e decisamente sopra le righe – cittadina di Stars Hollow, circondate da personaggi eccentrici e situazioni surreali. Ma, al di là delle mille vicissitudini, ciò che resta al centro della serie è il rapporto tra Lorelai e Rory: solido, intenso, fatto di conversazioni infinite, confidenze, complicità quasi perfetta. Guardandole, è impossibile non pensare: “Ma si può davvero essere amiche della propria figlia? O della propria madre? E se sì… è una cosa positiva oppure rischia di essere dannosa?” Oggi provo a riflettere su questo tema, mescolando cuore, esperienza e qualche riferimento pedagogico. Madre e figlia… o migliori amiche? Negli ultimi anni si sente spesso dire: “Mia figlia è anche la mia migliore amica”. L’idea affascina, e ...

I nostri figli non sanno più aspettare: quali abilità stanno perdendo?

Immagine
In questi giorni sono in vacanza con la mia famiglia. Tra il viaggio, le uscite per visitare posti vicini, le attese al ristorante o in coda per salire su una giostra, mi sono trovata più volte ad affrontare l’impazienza dei miei figli. “Quanto manca?”, “Ma è ancora lontano?”, “Quando arriva il nostro turno?” sono solo alcune delle domande che si ripetono continuamente, come un sottofondo costante. Questa esperienza mi ha fatto riflettere: perché oggi i bambini faticano così tanto ad aspettare? E, soprattutto, cosa possiamo fare noi adulti per aiutarli a vivere meglio il tempo dell’attesa? Perché oggi i bambini faticano ad aspettare? Viviamo in una società della gratificazione immediata. Con un semplice clic possiamo ordinare una pizza, guardare un film, ricevere un pacco il giorno dopo. Anche i bambini crescono immersi in questa cultura del “tutto e subito”, dove l’attesa è percepita come un ostacolo, non come un processo naturale. Secondo lo psicologo statunitense Daniel  Goleman...

Identità fluide: siamo pronti a educare senza binari? La Pedagogia Queer sfida la scuola.

Immagine
Viviamo in un tempo in cui parole come queer , non binario , transgender , genderfluid , asessuale non sono più patrimonio esclusivo di una nicchia, ma fanno parte del dibattito pubblico, culturale, educativo. La sigla LGBTQ+ – che raccoglie le tante sfumature dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale – entra ormai anche nelle aule scolastiche, portando con sé domande nuove, talvolta scomode. La scuola, da sempre luogo di formazione e trasmissione culturale, può davvero rimanere neutrale davanti a questi cambiamenti? Oppure deve assumere un ruolo attivo nella costruzione di un pensiero critico sulle identità? In questo contesto prende forma un approccio educativo tanto rivoluzionario quanto controverso:  La pedagogia queer. Cosa significa “queer”? Il termine queer , un tempo usato come insulto, è stato riappropriato dalle comunità LGBTQ+ per indicare tutto ciò che sfugge alle categorie rigide di uomo/donna , etero/omo , normale/deviante . Essere queer significa non ader...

Hai mai sentito parlare di Pedagogia del Desiderio? Ecco perché è rivoluzionaria

Immagine
Nella scuola di oggi si parla spesso di programmi, verifiche, competenze. Ma c’è una domanda che troppo di rado ci facciamo: “Che cosa muove davvero un bambino o un ragazzo ad imparare?” E se la risposta fosse " il desiderio"? Quel motore interno che ci spinge a esplorare, conoscere, capire, trasformare . Ed è proprio su questo che si fonda la Pedagogia del Desiderio , una corrente di pensiero potente e rivoluzionaria, elaborata da Riccardo Massa , pedagogista e pensatore italiano. Cos'è la Pedagogia del Desiderio? Per Riccardo Massa, educare non significa trasmettere informazioni, ma dare forma al desiderio . Il desiderio non va represso, né assecondato passivamente: va ascoltato, compreso, orientato . “Educare è mettere in forma il desiderio.” – Riccardo Massa In altre parole, l’apprendimento non nasce dall'obbligo o dalla paura, ma dalla ricerca di senso . Il bambino o il ragazzo apprende davvero quando sente che ciò che sta facendo ha un significato per l...

Separarsi ma restare genitori: 6 consigli per affrontare il cambiamento senza far soffrire i figli

Immagine
La fine di una relazione è un passaggio doloroso e faticoso. Quando nel mezzo ci sono dei figli, tutto si complica: il dolore personale si intreccia con il bisogno di proteggerli, di garantire loro una stabilità emotiva e relazionale, anche in un momento di grande fragilità. In questo articolo non troverai formule magiche, ma riflessioni e suggerimenti pratici per provare – giorno dopo giorno – a essere due ex partner, ma ancora genitori uniti dalla responsabilità verso i figli. 1. Voi vi separate ma i figli restano di entrambi La separazione riguarda la coppia, ma non interrompe il legame genitoriale. È fondamentale che i bambini non si sentano costretti a “scegliere” tra mamma e papà. Rassicurarli sul fatto che mamma e papà ci saranno comunque, anche se in case diverse 👉 Questo dà ai bambini stabilità emotiva e li aiuta a capire che non stanno perdendo i loro genitori, ma che cambia solo la modalità di presenza. Non confondere la fine dell’amore con l’abbandono 👉 I bambin...