D.O.P. (disturbo oppositivo provocatorio) e Disturbo della Condotta: facciamo chiarezza
Nel mondo scolastico ed educativo capita spesso di imbattersi in bambini o ragazzi che manifestano comportamenti oppositivi, provocatori o apertamente aggressivi. In questi casi, può nascere confusione tra due disturbi che, pur avendo alcuni elementi in comune, sono ben distinti: il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) e il Disturbo della Condotta (DC).
Ma quali sono le differenze? Quando si può parlare di un quadro "oppositivo" e quando invece si entra nel campo di una vera e propria violazione delle regole sociali? Proviamo a fare chiarezza.
Cos'è il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP)?
Il DOP si manifesta solitamente prima dei 10 anni e si caratterizza per un pattern di comportamenti ostili, provocatori, oppositivi e vendicativi nei confronti di figure adulte o dell’autorità (genitori, insegnanti, educatori).
Questi bambini:
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mettono spesso in discussione le regole,
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rifiutano di eseguire richieste,
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irritano volontariamente gli altri,
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faticano a riconoscere le proprie responsabilità nei conflitti.
Il comportamento, però, è generalmente reattivo e non orientato a danneggiare l’altro. Il bambino con DOP mantiene, infatti, una certa capacità empatica e il suo agire è spesso una risposta a frustrazioni percepite o a vissuti di disconnessione emotiva.
Cos'è il Disturbo della Condotta (DC)?
Il Disturbo della Condotta rappresenta un quadro clinico più grave e complesso. In questo caso, il bambino o l'adolescente mette in atto comportamenti che violano in modo sistematico i diritti degli altri o le norme sociali.
Parliamo, ad esempio, di:
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aggressioni fisiche o verbali,
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atti di crudeltà verso persone o animali,
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vandalismo,
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furti,
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gravi trasgressioni (come fughe da casa, assenze scolastiche ripetute, uso precoce di sostanze).
In questi casi, il comportamento può essere pianificato, intenzionale e spesso accompagnato da una ridotta o assente empatia. Le relazioni sociali risultano compromesse e il rischio evolutivo è significativo: il DC, se non trattato, può evolvere in disturbi della personalità in età adulta, in particolare nel Disturbo Antisociale.
Perché è importante distinguere?
Riconoscere correttamente la natura del comportamento è fondamentale per scegliere l'intervento più adatto. Un bambino con DOP può trarre grande beneficio da un ambiente educativo coerente, empatico e strutturato, da percorsi di educazione emotiva e dal rafforzamento del legame adulto-bambino. Nel caso del DC, è spesso necessario un lavoro multidisciplinare, che coinvolga scuola, famiglia e servizi specialistici, per prevenire l’aggravarsi della situazione.
Concludendo, non tutti i bambini "difficili" sono uguali. Comprendere le differenze tra DOP e Disturbo della Condotta ci aiuta a leggere meglio i comportamenti, a evitare etichette inutili o dannose, e soprattutto a intervenire con consapevolezza e competenza.
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Prof. Giuliana
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