Bambini di oggi, preadolescenti domani: quando i 9-10 anni sembrano già adolescenza
Quando penso ai miei 10 anni, mi rivedo come una bambina ancora infantile, dipendente dai genitori, lontana anni luce dal mondo dei grandi. Oggi, osservando mio/a figlio/a (o i bambini che incontro), mi sembra invece di vedere piccoli adolescenti in miniatura. Attenti alla moda, consapevoli dei social, con un vocabolario da adulti, ma ancora capaci di fare i capricci e cercare coccole come bambini piccoli. È una fase spiazzante. Ma cosa sta succedendo?”
Crescita anticipata: una questione generazionale?
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I bambini di oggi sono esposti molto prima a contenuti, stimoli e modelli "adulti".
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Social media, YouTube, serie TV, influencer: i modelli a cui si ispirano non sono più i cartoni animati ma adolescenti e giovani adulti.
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Il tempo dell’infanzia sembra essersi accorciato: si gioca meno, si sperimenta meno noia, c’è più pressione sociale anche tra pari.
Il paradosso del “bambino-adolescente”
Da un lato parlano come adolescenti, si ribellano, imitano modi di dire e atteggiamenti da grandi.
Dall'altro, crollano in pianti infantili, cercano il contatto fisico, si rifugiano nel bisogno di protezione.
Questa altalena è normale: il cervello emotivo e cognitivo è ancora in formazione. Stanno "provando" l’adolescenza, ma non lo sono ancora.
Da cosa dipende questa “precocità”?
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Modelli culturali: i media mostrano bambini “grandi”, adolescenti iper-performanti.
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Velocità del mondo attuale: anche la scuola e le attività extrascolastiche chiedono molto in termini di autonomia.
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Famiglie più "dialogiche": i bambini partecipano di più alle conversazioni degli adulti, hanno più spazio di parola (positivo, ma anche impegnativo).
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Tecnologia: youtube, smartphone, instagram, TikTok... strumenti che plasmano linguaggi e interessi.
Come accompagnarli? Qualche consiglio concreto
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Accogliere l’ambivalenza: un giorno sembrano grandi, un giorno piccoli. Va bene così.
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Dare confini chiari: i bambini preadolescenti li cercano, anche se li contestano.
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Non saltare la fase dell'infanzia: proporre momenti di gioco, lentezza, noia.
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Essere adulti affidabili: loro provano a fare i grandi, ma vogliono sentirsi guidati.
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Parlare apertamente: dare nomi ai cambiamenti che stanno vivendo (“Capisco che ti senti più grande, è normale... ma sei ancora un bambino e hai diritto di esserlo”).
Crescere insieme
Essere genitori o educatori oggi è anche questo: abitare zone di confine. Accompagnare un bambino che corre verso l’adolescenza, ma ogni tanto torna indietro per cercare un abbraccio. Non è facile, ma è un cammino meraviglioso, fatto di tentativi, ascolto e tanta presenza.
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Prof e mamma Giuliana
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