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Papà di ieri e papà di oggi: come è cambiato il ruolo paterno (e perché fa bene a tutti)

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C’è stato un tempo in cui dire “padre” significava pensare automaticamente a chi lavorava fuori casa, portava il pane a casa e manteneva la famiglia. Fine dei compiti. Educare, accudire, giocare, consolare… erano “cose da donne”. I bambini crescevano con madri presenti e padri spesso distanti, emotivamente e fisicamente. Ma oggi qualcosa è cambiato — e per fortuna. I padri di oggi sono presenti, partecipi, affettuosi. Si sporcano le mani con il cambio pannolino, preparano la cena, aiutano nei compiti e si mettono per terra a giocare. Non è solo una questione pratica: è un cambio culturale, relazionale ed emotivo che ha implicazioni profonde sul benessere di tutta la famiglia. Padri di un tempo: la distanza affettiva e le sue conseguenze Nel modello familiare tradizionale, il padre incarnava l’autorità, la regola, il “no” secco. La sua presenza era spesso limitata, e il rapporto con i figli ne risentiva: difficile creare un legame profondo con qualcuno che si vede poco, che non gioca, c...

Empatia o metodo?Educare con il cuore o con la testa? La risposta è: con entrambi

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Nel mondo dell’educazione capita spesso di imbattersi in un apparente conflitto: serve più empatia o più tecnica? Basta parlare ai bambini in modo rispettoso, o occorrono interventi strutturati e strategie precise per modificare i comportamenti? La verità è che non si tratta di scegliere , ma di riconoscere che ogni approccio ha il suo contesto e la sua funzione . Parole o azioni? Due facce della stessa medaglia Educare significa creare contesti favorevoli alla crescita, anche attraverso il linguaggio: parole che accolgono, spiegano, guidano. È ciò che fanno genitori, educatori e insegnanti ogni giorno, spesso senza strumenti specialistici, ma con una presenza attenta e affettuosa. Intervenire , invece, significa adottare strategie intenzionali e sistematiche per modificare comportamenti specifici. È ciò che fanno professionisti come terapisti, pedagogisti, psicologi e analisti del comportamento. Si basa su osservazioni, dati, tecniche. Non è uno contro l’altro: è una questione d...

Papà supereroi (ma con il mantello nel cassetto) Lettera aperta.

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Cari papà, vi ho visto tante volte parlare di vostra figlia. Occhi lucidi, sorriso fiero, lo smartphone in mano pronto a mostrarmi una foto. Mi avete raccontato quanto è bella, gentile, intelligente, buona. Una creatura speciale, e lo so che lo pensate davvero. Perché per voi non è solo vostra figlia. È la vostra principessa. Il vostro orgoglio più grande. E non posso che commuovermi ogni volta davanti a tanto amore. Ma poi, quasi sempre, arriva quel “però” . Quel fidanzato. Quel ragazzo che le sta accanto. Che ai vostri occhi non è abbastanza. Non è bello, non è sveglio, non è profondo. Non è come voi . E vi chiedi come sia possibile che vostra figlia, che avete cresciuto con tanta cura, possa accontentarsi di qualcuno così. Posso dirvi una cosa con tutto il rispetto? È difficile per chiunque reggere il confronto con voi...superpapà. Perché voi siete il primo amore di vostra figlia. Il primo uomo a cui ha dato fiducia. Il primo che l’ha protetta, amata, fatta sentire unica...

"Mamma, ce l’ho fatta!" – Il potere delle piccole conquiste nei bambini.

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L’altro giorno è successa una cosa piccola, ma per me enorme. A casa abbiamo una veranda chiusa da una porta in ferro battuto, molto pesante. All'interno della veranda ci sono due gattini che mio figlio di quattro anni adora, e cerca di andare a trovarli ogni volta che può. C’è solo un problema: per entrare deve girare la chiave di quella porta… e non è facile, nemmeno per un adulto. Di solito mi chiama, aspetta pazientemente che io arrivi ad aiutarlo, e poi corriamo insieme a vedere i gattini. Ma l’altro giorno è successa una piccola magia. Si è avvicinato da solo alla porta, ha preso la chiave, ci ha provato… e ce l’ha fatta davvero! La sua reazione è stata indimenticabile: si è voltato verso di me con gli occhi spalancati dalla sorpresa ed è esploso in un grido di gioia:  “Ce l’ho fattaaaaaaa!!! Sìììììì!!!!” Poi ha iniziato a saltare ripetendo una sorta di canzoncina:  “Sono grande, sono grande, sono grande!” Una piccola conquista, un grande passo In quel momento mi sono fe...

Stress e ansia già dalla primaria: cosa sta succedendo ai nostri studenti?

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Qualche giorno fa ha fatto notizia il gesto di uno studente che ha scelto di non sostenere l’esame di maturità , dichiarando che il metodo di valutazione imposto dalla scuola non rispecchia i suoi ideali. Un atto forte, simbolico, che ci porta a riflettere su quanto il sistema scolastico stia diventando sempre più competitivo e ansiogeno . Ma il dato più preoccupante è che questa pressione non riguarda solo gli adolescenti : ansia da prestazione e stress scolastico emergono già a partire dalla scuola primaria . Una scuola che chiede troppo? Nel tempo, la scuola è cambiata. Oggi si parla spesso di competenze, valutazioni, traguardi, test, performance. Un linguaggio che richiama più l’ambito aziendale che quello educativo. Non è un caso se molti alunni – anche i più piccoli – manifestano segnali di malessere: mal di pancia o mal di testa ricorrenti; difficoltà nel sonno; pianto prima di andare a scuola; crisi di panico in occasione di verifiche o interrogazioni. Sono seg...

L'ADHD nell’adulto: vivere con una mente sempre accesa

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Quando si parla di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), il pensiero corre subito ai bambini irrequieti e distratti in classe. Ma l’ADHD non finisce con l’infanzia . Molti adulti scoprono solo in età avanzata di avere questo tipo di neurodivergenza, spesso dopo anni passati a sentirsi “fuori posto”, disorganizzati, inadeguati… senza riuscire a spiegarsi perché. Cosa succede nella mente di un adulto con ADHD Immagina di dover gestire la tua giornata mentre una radio trasmette dieci canzoni contemporaneamente , a volume alto, tutte diverse. Nessuna si spegne, nessuna prende il sopravvento. È questa la sensazione che molte persone con ADHD adulto descrivono: un sovraccarico di stimoli costante, che arriva dall’esterno ma anche dall’interno – pensieri, sensazioni, idee, emozioni – tutti insieme, tutti urgenti, tutti da gestire adesso . Le difficoltà quotidiane: lavoro, casa, relazioni Chi convive con l’ADHD in età adulta può incontrare diverse sfide nella vita di tutti ...

"Smettila di mangiare!" Parlare di peso con i bambini e aiutarli senza farli sentire sbagliati

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  Negli ultimi decenni, il nostro stile di vita è profondamente cambiato. I bambini trascorrono sempre più tempo davanti a schermi e dispositivi elettronici, e sempre meno all’aperto a giocare o praticare sport. Le abitudini alimentari si sono modificate, con un aumento di snack salati, dolci confezionati e bevande zuccherate, a discapito di frutta, verdura e cibi freschi. Il periodo post-Covid, in particolare, ha accentuato questo fenomeno, rendendo ancora più difficile mantenere uno stile di vita sano. Quando il problema diventa tabù o bersaglio di ironia Di fronte a un aumento di peso nei figli, molti genitori si trovano in difficoltà. Alcuni tendono a minimizzare o a ignorare il problema, per timore di ferire i bambini. Altri, invece, si lasciano sfuggire frasi poco rispettose, a volte dette per preoccupazione, a volte in modo ironico, come: "Mangi troppo, devi darti una regolata!" "Se mangi ancora ti scoppierà la pancia." "Guarda che sei cicciottel...